Non possiamo considerare il lavoro sociale che svolgiamo come un’isola, ma deve essere costantemente messo in relazione e in dialogo con l’Altro.
Ecco perché si considerano fondamentali le relazioni con:
1. famiglia. Comprendere che la persona con cui ci si relaziona è inserita e fa
parte di un contesto sociale e relazionale più ampio e che da questo è sempre in”luenzata. Per questa ragione è importante consolidare quanto più possibile e in maniera fruttuosa una sinergia e una relazione costante di fiducia insieme alle famiglie: creare orizzonti di senso e spazi di comune progettualità sulla persona con disabilità e i suoi effettivi bisogni fa assumere al nostro lavoro educativo un respiro ampio e di maggiore efficacia.
2. territorio. Abbiamo imparato a relazionarci e tessere dialoghi importanti con il territorio e molte delle sue espressioni: siamo parte di un contesto più grande anche dal punto di vista territoriale, non possiamo ignorarlo né essere ignorati.
3. istituzioni. Oltre al sostegno costante dei nostri comuni di riferimento, co-protagonisti di progetti e di idee, c’è ovviamente anche la relazione costante e arricchente con le aziende sanitarie locali che mai come in questo anno pandemico è stata stretta e fondamentale, anche qui in un rapporto di fiducia costruito con tempo e impegno.